Oibò sono morto
Stavolta ad affiancare l'attore danese in palcoscenico è Giovanna Mori. Regista, autrice ad attrice (anche lei, come Olesen , studente presso L'Ecole International du Theatre Jacques Lecoq di Parigi), collabora con la Compagnia Donati & Olesen per cui ha scritto e firmato la regia di alcuni loro spettacoli di successo.
I due artisti sono i protagonisti di uno spettacolo originalissimo che mette in scena una surreale e divertente riflessione sul senso della vita, sul superamenlo della paura attraverso la fede nell'uomo, nella curiosita e nell'incontro. Oibò sono morto e apparentemente un semplice pezzo di deliziosa comicita: due anime che si ritrovano in un altrove non ben identificato dopo essere morte inaspettatamente, nel pieno della vita.
S'incontrano e si amano di puro sentimento, per ovvia assenza di corpo, liberando tutta la loro fantasia affettiva. Ma dietro l'incalzare del ritmo comico traspare una vena dolcemente melanconca, vicina al sentire dei due autori nordici, Arto Paasilinna e Jan Fridegard, a cui il lavoro s'ispira. Nelloro tenero ritrovarsi, le due anime non esprimono infatti i sentimenti dei morti, ma il desiderio dei vivi: quel bisogno struggente di far durare per sempre le emozioni, di portare con se, anche dopo la morte, quei frammenti di gioia, spesso nascosti e dimenticati, che hanno reso la vita migliore a noi e agli altri, di poter infine continuare a sentire coloro che rimangono, benedicendo dall'al di là le giornate e i sogni di chi ancora vive nell'al di qua.
SCHEDA
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Oibò sono morto
- di Giovanna Mori e Jacob Olesen
- collaborazione artistica Giovanni Calò e Mario Guiducci
- disegno luci Luca Febbraro